Il MAESTRO Paolo Tondina: “Tu non mi guardi mai”.

La rivendicazione di un atleta: “tu non mi guardi mai” è sempre un richiamo di attenzioni, ma nasconde un errore di posizione importante: l’idea che l’allenatore debba amare l’atleta a prescindere.

In un certo senso vorrebbe dire “ti pago per cui devi volermi bene”. 

In ogni relazione, invece, ciò che funziona è il contributo reciproco allo star bene, che nello sport s’identifica con un prodotto atletico condiviso. 

Ti offro un progetto di lavoro, un gruppo, un’organizzazione, istruzioni: questo è già in un certo senso un “amare”. 

Se vuoi di più devi mettere i tuoi talenti nel nostro progetto, facendo una parte attiva, creativa, originale che li faccia fruttare.

Questo è il piacere dell’allenatore, veder fruttare le doti dei propri allievi.

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