Essere “agonisti” è una filosofia di vita.

9535DA19-3AFD-432D-8DBB-2ABE7486C3B4La bellezza dello sport agonistico è tutta contenuta nell’idea che chi lo fa desidera farlo. Solo in questo caso cercherà di soddisfare le richieste di un qualsiasi lavoro, avrà gusto nel fatto che gli è venuta una cosa, non vedrà l’ora che qualcuno gli chieda qualcosa di più e sarà contento che qualcuno gli dica se va bene o se va male. Se invece si parte dal pensiero che lo sport è uno sforzo, e che essere lì è già tanto, non si sopporterà che qualcuno dica cosa si deve fare e ancor meno se va bene o se va male. Tutto diventa un’obiezione e non si sopporta nessuno.

Lo saprò io se vado bene.

Decido io quando va male.

Nessuno deve dirmi niente.

Quando è così l’agonismo e le sue pretese diventano un tormento. Ma anche in questo caso però, se uno ci sta, lo sport e il rapporto che ne consegue valgono qualcosa. Saranno un pungolo, un fastidio, un richiamo in forma di disagio, che impedisce di restare orientati su se stessi e di contemplarsi nella propria deriva.

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