Contratti di collaborazione sportiva: Qualcosa cambia negli accertamenti ispettivi.

aQa rivista nuoto
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Le modalità applicative del lavoro sportivo dilettantistico, a causa di una normativa oggettivamente lacunosa, sono spesso oggetto di controversie.

Gli addetti ai lavori sanno perfettamente che l’utilizzo di contratti di collaborazione sportiva diventano vera e propria fonte di vita per la gestione operativa ed economica di prestazioni sportive dilettantistiche all’interno di una struttura sportiva.

Le prestazioni sportive rese da tecnici nell’ambito di società o associazioni sportive dilettantistiche sono esenti da parte contributiva e previdenziale e ciò è un vantaggio per gli operatori del sistema, che in cambio di un servizio sociale, ossia la promozione dello sport sul territorio, dovrebbero essere autorizzati ex lege ad utilizzare formule contrattuali più snelle e prive di oneri collaterali. Tale tesi, sostenuta ovviamente dai fautori del diritto sportivo, diritto in quanto tale speciale rispetto a quello ordinario, è stata e continua ad essere costantemente messa in discussione dagli organi di previdenza ed assistenza, che, con l’ausilio degli ispettori del lavoro, continuano ad eseguire accertamenti invasivi sull’inquadramento lavoristico dei tecnici (sia del settore acquatico che di fitness), riconducendo le prestazioni rese nell’ambito di esercizio professionale, non più dilettantistico (senza però determinarne i contenuti), così richiedendo dunque alle società o associazioni sportive, la regolazione contributiva, assicurativa e previdenziale.

Ciò che conta è che le collaborazioni vengano svolte a favore di organismi che perseguono finalità sportive dilettantistiche riconosciuti dal CONI o da altri Enti di promozione sportiva. Le suddette prestazioni non possono assumere i caratteri della professionalità proprio perché inserite in un contesto qualificato dal riconoscimento di un organismo pubblico attestante i requisiti stabiliti dalla norma, ponendo, quindi, una sorta di presunzione del carattere non professionale delle prestazioni.
L’autrice, nella doppia veste di avvocato e dirigente sportivo, ci aggiorna sulle ultime evoluzioni nell’interpretazione e nell’applicazione della suddetta normativa da parte degli enti accertatori.

Articolo integrale presente nel numero UNO della rivista AQA.

di Amelia Mascioli, da rivista AQA, numero uno, gennaio-giugno 2016

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